Da nobile fanciulla per man condotto,
nella vita mi avventuro.Lungo, faticoso è il cammino,
di gioie misto e di dolori,
che a sol pensarci mi fa paura.
“Non temere, mi sussurra la fanciulla,
qui ci son io che t’accompagno”.
Dalla meta, all’ultimo passo
Si ferma e, dolce in viso, a me si rivolge:
“Del cammino al fin siam giunti.
Compiuto è il dover mio.
Ecco là una casa che t’aspetta .
Una Signora a me sorella t’aprirà”.
Di luce un mare m’abbaglia,
e chiara una voce m’invita:
“Vieni avanti e sta sereno.
La Fede son io e di te mi prendo cura.
Nel buio luminoso io sarò tuo sostegno,
e di veder l’Eterno ti faccio degno”.
Pur abbagliato, sicuro mi sento.
D’un tratto un gran velo
dinnanzi a me si squarciò.
Tutto allor mi apparve chiaro.
La Fede all’istante si dileguò,
e della dimora eterna, la Carità
la porta per me spalancò.