“L’eco dei tuoi passi”. Poesia mediterranea

L-ECO-DEI-TUOI-PASSI     Leggendo e rileggendo, una volta, due volte, più volte, la silloge della signora Pittalis, ci siamo convinti, e la convinzione piano piano si è coagulata in certezza fino a diventare radica dura da estirpare, che la poesia, checché se ne dica ad ogni giro di boa in estate, la poesia, quella vera, non è ancora morta. Questa nostra affermazione, non estemporanea o frutto di improvviso solleone, ma condivisa da altri più autorevoli interpreti e cultori, trova valido riscontro nelle liriche della nostra poetessa incastonate come gioielli in questa raccolta edita in bella forma da Giuseppe Meligrana e che prende nome “L’eco dei tuoi passi”.

     Se, come dice Jorge Luis Borges, “Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è concesso di scrivere”, noi che ci accingiamo a leggere una per una le sue poesie, snocciolandole con tremula mano come preghiere scorrenti sui chicchi della coroncina del Rosario, entriamo in un mistero profondo che ci conquista e ci sovrasta, ci domina, e di cui non abbiamo ragione: il mistero della Poesia. Della poesia che si fa carne e diviene parte integrante di noi stessi, che penetra e si diffonde nella nostra anima come linfa esistenziale che dà la vita corporale e spirituale, perché di essa noi ci nutriamo, la metabolizziamo, la facciamo nostra nella sua forma, nella sua sostanza. Per cui non è vero che non c’è bisogno di poesia, che l’uomo di oggi trascinato sulla china tecnologica, alienato da liquidi messaggi propagandistici che non incidono nella sua spiritualità e non lasciano segno alcuno nella sua anima, non è vero che non ama la poesia. Ama la poesia, la ama come se fosse una persona cara, perché la poesia è vita e pone l’uomo in una dimensione trascendentale dove solo Dio nella sua potenza con bontà infinita può dare lettura, in quanto sua creatura, al mistero che avvolge per sua natura la poesia.

     Ci conforta, dunque, sapere che ad oggi la poesia, anche se inconsapevolmente, è in ognuno di noi e vola alta nell’universo del sapere come leggera farfalla di fiore in fiore per dare conforto, per dare amore. Ci conforta sapere che la poesia vive in ognuno di noi, in forme varie e diverse, e che c’è chi, come la nostra poetessa, Paola Pittalis, fa emergere in ciascuno di noi la necessità, l’esigenza della poesia. Di una poesia bella, di una poesia vera, di una poesia che ama, che ti ama, e che ti fa amare, di una poesia che ti scuote e che ti procura emozioni, che suscita sentimenti. Di una poesia che ti porta oltre, oltre l’immediato quotidiano, oltre il contingente, e ti fa volare in alto verso la sublimità della divinità all’infinito. Perché quella della Pittalis, in quanto capace di portare l’uomo sul cammino delle emozioni, è poesia universale senza confini definiti, ma passa da uomo a uomo in un abbraccio emozionale che unisce l’umanità intera, proprio per questo parliamo di vera poesia. È una poesia pura e pulita che entra nella pagina e la ricama immettendo parole e significati che hanno valore artistico che si eleva al di sopra del semplice verseggiare. La parola, nella sua forma grafica, si adagia sulla pagina amorfa e la vivacizza in un suono che scaturisce dall’anima e raggiunge con intensità di emozioni un’altra anima in un connubio di sentimenti che unisce e non abbandona.

     Non sappiamo a quale “scuola poetica” assegnare la Pittalis, certamente per la sua originalità possiamo assicurare che essa è da ascrivere a quella della grande poesia, a quella che affonda le sue radici nell’humus poetico del Novecento che con decisione si è scrollata di dosso la vecchia ruggine del passato. Eliminate le incrostazioni che la ostacolavano, uscita dal guscio eburneo della cultura paludata, la poesia ha iniziato un nuovo percorso, è entrata in nuove strade ed è stata capace di innovare e rinnovare le antiche regole del poetare. Paola Pittalis, con uno sguardo al passato, ma protesa al futuro, ha prodotto una poesia che è veramente bella, una poesia che fa onore alla cultura meridionale, una poesia mediterranea, che, travalicando ogni confine, entra a buon diritto nel mondo della “grande poesia” e che, ne siamo sicuri, conquisterà un posto alto nel mondo poetico italiano perché essa, come tenera fogliolina a primavera, crescerà vigorosa insieme al ramo che la sostiene e che la affiderà al tempo e alla terra per renderla immortale.

     Noi ci auguriamo, e auguriamo alla Poetessa, che la sua opera, dove risuona l’eco sublime della poesia, e come l’eco che passa lieve di vento in vento per diffondersi lontano, possa ottenere i meritati riconoscimenti dalla critica ufficiale, ma, soprattutto, piaccia al pubblico che, coinvolto in emozioni e sentimenti trasversali, saprà apprezzarla nella sua spontaneità, nella sua linearità, nella libertà del pensiero e del verso che si erge a vera poesia e plauda sincero ed entusiasta a chi, per dolore e con amore, come madre figlia l’ha creata.

     Tropea, 1° settembre 2015

Pasquale De Luca

 

Author: jblasaonde

1 thought on ““L’eco dei tuoi passi”. Poesia mediterranea

  1. Ho seguito per un certo periodo ,a dire il vero molto breve ,il percorso poetico di Paola Pittalis e ho subito individuato in lei le qualità intrinseche ed estrinseche che ne hanno fatto la poetessa descritta nel suddetto commento. La sua poesia nasce tenera come un fiore in boccio, dolce come il suo cuore e penetra
    perché scandita da un’anima semplice, pulita, toccata dal dolore,il più grande. Sono convinta che di questa poetessa ne sentiremo parlare e mi reputo fortunata di averla conosciuta. conosciuta.

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