Recentemente è stato presentato a Marcellinara il romanzo “La terra di Filomena”, di Pasquale De Luca.
Noto scrittore e poeta apprezzato dalla critica e dal pubblico, nato a Tropea, dove vive, fra le tante attività culturali da lui curate, il Professore Pasquale De Luca è fondatore, organizzatore e Presidente del Premio Internazionale di Poesia “Tropea: Onde Mediterranee”. “Il poeta dell’anima e della natura”, così sensibilmente definito dalla critica, sabato 26 gennaio 2013, è stato ospite nella sala della cultura “Giovanni Paolo II” della Città di Marcellinara, per la presentazione del suo romanzo “La terra di Filomena”. La manifestazione ha riscosso un discreto successo, sia per l’impegno dell’autore del libro e del suo relatore, professore Girolamo Caparra, sia per la disponibilità e il generoso sostegno del vicesindaco della cittadina, Dr. Vittorio Scerbo, che ha introdotto gli ospiti. Ha partecipato alla manifestazione un pubblico attento ed interessato. Gentile ospite della serata anche la pittrice Silvana dell’Ordine che, con il tocco dei suoi pennelli, ha portato una nota di colore alla già bella ed accogliente sala della cultura.
Marcellinara è la città dei miei genitori ed è la terra delle mie origini. Qui ho trascorso gli anni della giovinezza e per questo la ricordo sempre con affetto. Sono rammaricata di non essere stata presente alla serata della manifestazione: motivi di famiglia me lo hanno impedito. È comunque, con piacere che dedico un piccolo pensiero all’autore del romanzo, Pasquale De Luca, per esprimere la grande stima che provo per lui come persona e come poeta e scrittore.
“La terra di Filomena” Di Pasquale De Luca (storia ed emozioni)
- Molti riferimenti storici sulla seconda guerra mondiale e il primo dopoguerra, intessono la trama del romanzo “La terra di Filomena” di Pasquale De Luca.
Il romanzo è principalmente storia. Storia raccontata attraverso emozioni; vissuta dai personaggi con le loro esperienze quotidiane; rappresentata da gente semplice, travolta dalle sofferenze e dalle miserie della guerra. Storia che i personaggi del romanzo esprimono attraverso i loro sentimenti, le loro ansie, le loro paure, le loro “emozioni”. Emozioni permeate delle più varie sfumature; emozioni accompagnate dalla forza di ricostruire le distruzioni della guerra; emozioni permeate di volontà per ricominciare a vivere, per ricominciare una nuova esistenza.
- Pasquale de Luca ci riporta, col suo romanzo, in una società non molto lontana. Il suo narrare sobrio trascina nella lettura con interesse e coinvolge emotivamente il lettore con storie intessute di veridicità, forte realismo; spesso riportate con il linguaggio diretto, “simpatico e genuino”, dei personaggi. Il linguaggio vero, colorito, usato dall’autore nell’evidenziare le sofferenze di quel popolo, travolto dalle miserie della guerra, fa affiorare sul viso del lettore un sorriso affettuoso, un trasporto di amore per quella gente che altri non era che le nostre nonne i nostri genitori i nostri fratelli maggiori. Quante volte abbiamo sentito dalla loro voce le esperienze vissute in quel tempo, da bambini o da adulti, simili a quelle che si ritrovano nel romanzo “La terra di Filomena”. Testimonianze forti di quei tempi tragici che hanno segnato la vita e l’esistenza di tanti esseri umani.
- I personaggi del romanzo sono sostenuti da una profonda fede verso la Madonna di Romania. La Madonna che avvolgeva col suo manto Tropea e la sua gente, lenendo miracolosamente le loro tragedie e la miseria della guerra.
- Nel mezzo delle storie tristi che lo scrittore riporta, risaltano sprazzi di descrizioni poetiche: sulla bellezza femminile, sul paesaggio, sulle notti d’estate e sul chiaro di luna che accompagna i cuori palpitanti di Filomena e Ciccillo che vivono la loro storia d’amore. Una storia che si conclude tristemente con la morte accidentale di Ciccillo avvenuta in un incidente ferroviario.
- Risalta, ancora, nel romanzo, la stima e l’elevato concetto che Pasquale De Luca ha delle donne. Svestite da qualsiasi strato sociale di appartenenza, le donne sono le colonne portanti della storia del suo romanzo. Si ritrovano personaggi avvolti da sentimenti umani, profondi, vari, diversi nel sentire, che rivivono attraverso il respiro dell’autore. Personaggi che, a volte, sembrano voler coprire altre immagini, altre storie care all’autore. Si ritrovano luoghi della sua terra natale e, in ogni ricordo, in ogni immagine descritta, c’è un piccolo pezzo di storia, la storia di Tropea: una parentesi inserita nella grande storia.
- Autorevoli critiche hanno definito Pasquale de Luca il “poeta dell’anima e della natura”. Aspetti della natura sono presenti in tutto il romanzo e la sua anima traspare in tutte le piccole e grandi cose di cui parla e nel suo sentire trasmesso mentre narra.
- I riferimenti alla letteratura, all’arte, ai fatti storici e politico-sociali, che l’autore esprime, infine, permeano il suo linguaggio sobrio di conoscenze vaste e di sapere colto.
- Il suo romanzo è un’opera da leggere e da rileggere ancora con attenzione. Evidenzio “suo romanzo”, indiscutibilmente suo, perché è lui che parla, è lui che propone, è lui che si esprime. Non regge quell’affermazione distribuita a cuor leggero sull’opera di uno scrittore che dice: “resa edita, l’opera non appartiene più all’autore”. Così non è! All’opera di uno scrittore, all’opera di un poeta, si può soltanto affiancare, semplicemente affiancare, il proprio pensiero, da qualsiasi fonte arrivi, positivo o negativo che sia, espresso in funzione della propria sensibilità e del proprio modo di essere. L’identità narrativa di uno scrittore, di un poeta, è personale, è unica; quindi, creata un’opera, essa gli appartiene, anche se messa in commercio.
Non desidero entrare nei particolari del romanzo, per non togliere il piacere della lettura, né usare espressioni impastate di colto sapere che non mi riconosco. Il mio è un timido pensiero espresso con tanta ammirazione, che avvolge nell’insieme l’opera e il suo autore.
Auguro al romanzo “La terra di Filomena” tanto successo e al suo autore, Pasquale De Luca, ulteriori riconoscimenti per le sue doti di narratore.
Carmelina Petullà