il rombo del motore nemico
-io che non ero ancora nato-
nell’ora equivoca della sera.”
5 agosto ’43 – Pasquale De Luca: Io non capisco pag. 26
5 agosto ’43. Tropea: la guerra
- I bombardamenti
Tropea, che pure aveva visto partire tanti suoi figli ad immolare la vita su lontani fronti di guerra, viveva questo evento come qualcosa di lontano, che la scuoteva dalla quotidianità dei lavori e delle imprese, soltanto quando giungevano notizie alle famiglie di qualche loro congiunto morto in battaglia, sempre accompagnate dal maresciallo dei carabinieri e da un prete.
Tropea aspettava e pregava, per la vittoria che non arrivava mai. Arrivavano, invece, soldati feriti in licenza, i reduci dall’Africa, dalla Russia, e i loro racconti d’inferno. Tropea ascoltava i comunicati radio che non dicevano la verità. Infatti, secondo l’adagio popolare, ‘ntempu ‘i guerra ‘i bugìi su’ pi’ mari e pi’ terra.
Ma venne il tempo della verità. Sui treni blindati, oscurati, con mortai, mitraglie, cannoni, carri armati. Dapprima passavano di notte, coperti con teloni mimetizzati. Poi anche di giorno. Le tradotte dei soldati. “Dove andate?”. “In Sicilia”. “In Sicilia? La guerra è vicina”.
L’esercito presidiava la città, organizzava la difesa: difendeva i ponti. Da dove sarebbe arrivato il nemico? “Lo fermiamo sul bagnasciuga”, aveva detto Mussolini. Ma il nemico a Tropea venne dal cielo: con le bombe numerose, di grosso calibro. Bombardamenti si susseguivano a bombardamenti, le bombe cadevano a grappoli. I lampi squarciavano il cielo.
“’A Madonna ni guarda, ‘a Madonna ni proteggi, ‘a Madonna ni sarva. ‘A Madonna ‘i Rumanèa…”.
Nessuna bomba in città.
5 agosto ’43. Notte. Notte di fuoco, notte d’inferno, notte di morte. Bombe, bombe, bombe… Case distrutte, morti…
I bombardamenti si concentrarono sul Carmine, su Michelizia, sulla Gurnèa: soldati e contadini inermi, uomini, donne e bambini, furono uccisi in una notte d’estate. Morirono sotto le bombe. Dieci i morti.
L’Associazione “Tropea: Onde Mediterranee” a settanta anni da quella tragica notte, del 5 agosto 1943, ricorda i morti.
- I morti
- De Luca Pasquale
- De Luca Antonio nipote di De Luca Pasquale
- De Vita Giuseppe morto qualche giorno dopo per le ferite riportate
- Rizzo Maria
- De Luca Maria figlia di Rizzo Maria
- Baldo Francesco nipote di Rizzo Maria
- L’orbareju
- L’accompagnatore di l’orbareju
- Primo soldato del Genio Ferrovieri
10. Secondo soldato del Genio Ferrovieri
Per non dimenticare.
Per ricordare i morti del Carmine, di Michelizia e della Gornella la notte del 5 agosto ’43.
“Filomena uscì da casa correndo. Gridava:
-Tata… Tata!
Un lampo l’accecò. La bomba esplose a due passi da lei. Un rumore di morte la investì in pieno, come se la terra si aprisse sui piedi per un forte terremoto. La casa si rovesciò a terra come frusca di paglia. Le breste dei muri si sbriciolarono come cenere, i cantoni schizzarono lontano come foglie volate dal vento, le travi bruciarono come candele di cera. La casa non c’era.”
La terra di Filomena – romanzo di Pasquale De Luca pag. 10
Tutti coloro che hanno notizie su quella tragica notte
sono pregati di mettersi in contatto con il prof. Pasquale De Luca