“Il segreto della ninfa Scrimbia” di M. Concetta Preta

Intrigante. È questa la voce che meglio si adatta a definire il romanzo Il segreto della ninfa Scrimbia,

che in questi giorni sta ottenendo uno straordinario successo nel mondo colto della città di Vibo Valentia.   Il libro porta in forma romanzata il lettore, amante dello svago e dell’otium, a immergersi in vicende affascinanti che lo prendono e lo trascinano in una continua suspense dalla prima all’ultima pagina. L’autrice, Maria Concetta Preta, giovane insegnante di latino e greco in un Liceo cittadino, innamorata della sua città, della storia, dei miti e delle leggende della sua città, rende vivo e attuale il mito della ninfa Scrimbia, materialmente documentato dai resti marmorei di una fontana esistenti in via A. De Gasperi a ricordo di questa leggenda, ripresa anche in un’altra fontana sita in piazza Martiri d’Ungheria realizzata dal grande artista Reginaldo D’Agostino. L’A., con magistrale arte narrativa, ha immesso il racconto in un periodo di tempo molto ristretto e limitato, una settimana soltanto, che costringe chi legge a inseguire il tempo e le fantastiche avventure della protagonista coinvolta in un mistero che la prende e la conquista. Un mistero, appunto, cioè qualcosa che razionalmente non è possibile spiegare, impastato di popolari credenze, superstizioni e religiosa fede, che trae origine dalla mitologia greca e romana, e che l’A. riporta al ricordo di noi in un intrigo di fantastiche avventure vissute al cardioplasma nel giro di una settimana.  L’occasione è data da un simposio rievocativo della visita in città del grande storico e letterato tedesco Theodor Mommsen avvenuta a Monteleone di Calabria, l’antica Hipponion dei Greci, nel lontano 1873. La protagonista, che è affermata epigrafista, tagliata a misura della realtà di oggi, si immerge in vicende strane e misteriose, in una girandola di altri personaggi storicamente veri, che le consentono di decifrare quello che è Il segreto della ninfa Scrimbia. Una leggenda mitologica, che noi non diciamo, perché preferiamo che sia il lettore a scoprirla leggendo il bel libro di Maria Concetta Preta.

 

Pasquale De Luca

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