“Voci e Colori” a Parghelia

La manifestazione Voci & Colori – IV Edizione 2013 – Poesia donna, organizzata dall’Associazione culturale “Tropea: Onde Mediterranee”, presidente il prof. Pasquale De Luca, con il patrocinio e il contributo del Comune di Parghelia, oggi guidato dal Commissario prefettizio, dott.ssa Emanuela Greco, si è svolta nella Sala consiliare del piccolo comune della “Costa degli dei” in un clima di attenta partecipazione e condivisione da parte del pubblico che, molto numeroso, è accorso da altri paesi del vibonese per ascoltare dal vivo le belle poesie delle poetesse Annalisa Fusca di Caria di Drapia, Calliope Michalolia Iannelli di Parghelia ma di origini greche, Giusy Staropoli Calafati di Briatico, e della grande e mai dimenticata Alda Merini, che dominava, in gigantografia, la sala che a stento conteneva l’emozione della gente.

     Marcella Davola ha dato il via alla serata su un programma meticolosamente calibrato su liriche, musica e arte.

     La dott.ssa Daphne Iannelli, nel suo intervento, ha parlato della qualità dell’essere donna oggi (vedi relazione in basso), dei disagi, delle difficoltà, delle violenze fisiche e morali che la donna subisce.

A seguire il prof. Pasquale De Luca ha ringraziato tutti i partecipanti ai quali ha spiegato il perché delle tre bandiere che li hanno accolti al loro arrivo: quella italiana, perché simbolo di identità del nostro popolo; quella greca, in onore alla poetessa Calliope Michalolia Iannelli nata in Grecia; quella argentina, per ricordare il gemellaggio culturale che lega l’Associazione “Tropea: Onde Mediterranee” con l’associazione “Nuevas Generaciones Calabresas”  de Mar del Plata – Argentina, in uno spirito di collaborazione culturale, di amicizia, di fratellanza e di pace. Ha letto una poesia di Daphne Iannelli e ha presentato, con sentite parole, il libro della poetessa Annalisa Fusca Oltre l’azzurro del cielo edito dalla Thoth. (vedi relazione)

     Si è entrati, quindi, nel vivo della manifestazione con la declamazione delle poesie da parte di Calliope Michalolia Iannelli, di Giusy Staropoli Calafati e di Geraldyne Caracciolo che si è esibita anche in un appassionato brano musicale con la fisarmonica.

     L’avv. Maria Giovanna Irene Fusca, membro del Comitato italiano per l’UNICEF, presente quale graditissima ospite della manifestazione, riprendendo le parole del prof. De Luca, ha ricordato le sue origini italo-greco-argentine, infatti è nata a Mar del Plata da padre calabrese e da madre greca, e ha espresso la sua emozione nell’ascolto delle poesie specificamente dedicate alla donna. Ha continuato col dire delle condizioni di sofferenza delle donne, una sofferenza che non conosce limiti, che non conosce confini politici o geografici, una sofferenza diffusa su tutte le latitudini del mondo e delle violenze compiute su donne d’ogni condizione, d’ogni età. Ma ha voluto soffermarsi soprattutto sulla violenza fisica e morale che viene esercitata su bambine di giovane età, addirittura vendute ad uomini molto più anziani “in cambio del matrimonio”.

     A dimostrazione di quanto è sentito il problema, il suo intervento è stato applauditissimo.

     Sono state consegnate le targhe e gli attestati alle poetesse (ad Annalisa Fusca il sindaco di Drapia, sig. Alessandro Porcelli; a Calliope Michalolia Iannelli l’avv. Maria Giovanna Irene Fusca membro del Comitato italiano per l’UNICEF; a Giusy Staropoli Calafati il prof. Pasquale De Luca presidente dell’Associazione “Tropea: Onde Mediterranee”); al m° Beniamino Giannini pittore, ospite d’onore, ha consegnato la targa la pittrice Silvana Dell’Ordine, che nel suo intervento ha elogiato l’arte del maestro nelle sue caratteristiche pittoriche e ha ringraziato i moltissimi pittori che hanno esposto i loro quadri arricchendo di colori il lungo corridoio del locale.

     Ha chiuso la serata un bellissimo brano musicale eseguito alla chitarra da Andrea Cuturello e un ricco buffet offerto dagli organizzatori con un “arrivederci all’anno prossimo”.

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Oltre l’azzurro del cielo di Annalisa Fusca

Relazione di Pasquale De Luca

     Quello che mi ha colpito di più della poesia di Annalisa Fusca è stato la spontaneità, la genuinità, la purezza d’animo.

     La spontaneità perché le poesie di Annalisa, che avremo modo di ascoltare e di apprezzare fra poco, non sono costruite a tavolino, non sono buttate a freddo in una forma prefabbricata, ma sono qualcosa che scaturiscono dall’intimo della ragazza, che ha sofferto tanto, e che esprime con profonda partecipazione i suoi sentimenti inchiodandoli per sempre sulle pagine di questo volumetto, edito dalla Thoth sas, significativamente intitolato Oltre l’azzurro del cielo. Sono poesie nate dal cuore di una figlia che vive “in diretta” la più triste e dolorosa tragedia della sua vita: la morte (in parentesi: l’uccisione) della mamma, dovuta a disattenzione e imperizia professionale .

     La genuinità perché in queste poesie non c’è la ricercatezza della parola aulica, ma esse sono un dialogo, un colloquio interiore dell’animo della ragazza con l’anima, un’altra: quella della mamma lontana. Lontana in un cielo azzurro, nella pace del Signore. È un parlare sottovoce in purezza d’immagini non contaminate da altri interessi se non da un unico e solo sentimento: amore. Amore della figlia per la mamma, che lei sente vicina nella spiritualità dell’anima, in ogni momento della sua vita.

     Certo, sono momenti difficili, tristi, e di ciò ne risentono i versi della nostra poetessa. Ma nella tristezza dei versi, che si poggiano su un contenuto di rimpianto e di dolore, c’è un desiderio, non proclamato, di speranza che la guidi fuori dal tunnel buio dell’esistenza.

     Annalisa ricorda il passato, si guarda intorno e vede solitudine, cupe ombre che la circondano e la avviluppano in una stretta impietosa, dalla quale tende ad uscire con la fede ed eleva al cielo un canto poetico che, anche se apparentemente non sembra, le consente di guardare oltre l’orizzonte vicino ma al di là dove intravvede un debole chiarore di luce che le consentirà di farsi strada con le sue forze nel tortuoso cammino della vita sotto l’ombra protettiva di sua mamma e dell’altra mamma, la mamma di tutti noi, la mamma celeste: la Madonna.

     Parlando di Annalisa, in questo momento, il mio pensiero è rivolto a tutte le mamme che soffrono, che sono ammalate, a tutte le mamme che in questo momento fanno vedere la luce ai propri figli concepiti con amore. E il mio pensiero è rivolto soprattutto a tutte le mamme che non ci sono più: anche a mia mamma.

     Grazie, Annalisa, per la tua poesia, giovane e nuova. Che sicuramente troverà                                  spazio e meritati riconoscimenti.

     Parghelia, Sala Consiliare, domenica 10 marzo 2013

Pasquale De Luca

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L’Associazione Tropea Onde Mediterranee quest’anno  ha voluto organizzare un evento culturale che parla al femminile, per riflettere sull’essere donna, perché l’arte è l’emancipazione dello spirito femminile.

Ma approfittiamo anche per meditare sulle tante vittime della violenza. Le vittime sono le donne … diverse tra loro, giovanissime e non giovanissime, madri, mogli, compagne, fidanzate, amanti, amiche, figlie, nipoti, sorelle, professioniste, casalinghe, studentesse, migranti, famose e non famose ma con una cosa che le accomuna: il loro genere, il loro essere donna. Questa è una violenza soprattutto maschile che colora di rosso e di nero le cronache di ogni giorno. Violenza fisica, mentale, sessuale anche economica che molti uomini di ogni estrazione sociale esercitano indisturbati sul popolo delle donne. Ultimamente sentiamo tanto parlare di femminicidio, parola che purtroppo è entrata a far parte del nostro lessico. Esiste, però, lo strumento della denuncia, esiste la legge sullo stalking, esistono tanti altri provvedimenti, ma ancora, a quanto pare, sono inadeguate queste misure di prevenzione e protezione. Donne uccise anche se hanno denunciato, una volta, due volte anche tre volte. Denunce rimaste incomprese, minimizzate. E’ assurdo ma è la brutale realtà: purtroppo la giustizia, a volte, è lenta, si attiva addirittura, in alcuni casi, quando la donna denunciante è ormai morta per mano del proprio uomo, per mano del suo carnefice. E’ triste che il gesto di ribellione, di coraggio di una donna, si rivela, poi, la sua condanna a morte. Donne che potevano essere salvate ma che, purtroppo, non hanno avuto sostegno e sono rimaste incomprese quando erano in vita. Magari i campanelli d’allarme c’erano ma non sono stati sentiti.

Applichiamo, quindi, la macchina della prevenzione, moltiplichiamo e finanziamo i centri antiviolenza e le case rifugio risorse  vitali per le donne ed i propri figli vittime della violenza femminicida, ma anche per gli uomini, affinché imparino a riconoscere i loro comportamenti violenti e ad evitarli.

Con investimenti adeguati, certi e costanti si potrà combattere il triste fenomeno che è prima causa di morte del genere femminile.

Solo così, otterremo la più grande soddisfazione: aver salvato una vita umana. Lottiamo, quindi, contro il femminicidio per tutelare il diritto alla salute e alla vita, principi importanti che meritano un’adeguata considerazione.

Esiste anche un numero antiviolenza: il 1522, definito telefono rosa,  che merita diffusione perché aiuta a non chiudersi nel silenzio delle botte che lasciano lividi sul corpo e sull’anima, nel silenzio della violenza che è solo sintomo di debolezza. La donna non si possiede, non è proprietà di nessuno ma è un essere umano da rispettare nelle proprie idee e decisioni.

Oggi, quindi, metteremo a confronto quattro realtà di essere donna. Perché, accanto a una mimosa è bello avere anche delle poesie, vergate di proprio pugno da donne, poetesse di oggi, sensibili verso ciò che le circonda.

Ascolteremo letture di poesie di donne e grazie alle loro parole entreremo nell’universo femminile, così eterogeneo e multiforme. Donne che della loro sensibilità hanno fatto una rima.

L’associazione rende anche omaggio ad Alda Merini una grande poetessa e una grandissima donna, scomparsa quattro anni fa. Quindi, una donna, una delle massime espressioni della poesia contemporanea. Lei che ha tradotto in parole la sua intensa e drammatica esistenza per offrirla generosamente al mondo. Lei che con la sua lirica riesce a scavare nel cuore, nell’anima di ognuno di noi, abbattendo la barriera dell’ipocrisia.

Lei donna di altri tempi ma anche donna dei nostri tempi e dei tempi che verranno. Massima espressione dell’essere donna. La sua spontaneità e la sua libertà devono essere da esempio per tutti noi, donne e uomini.

Lei abbiamo voluto ricordare e saranno figure femminili a dare voce alle sue poesie.  Non voci femminili qualsiasi, ma voci di poetesse che anche loro scrivono la loro anima su fogli di carta e la diffondono tra la gente.

Parghelia, Voce&Colori, 10.3.2013                                Dott.ssa Daphne Ilaria IANNELLI

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